LO SCHIACCIANOCI
- duecentosei repliche
- Stagioni Teatrali 1992 / 1993, 1993 / 1994, 1994 / 1995, 1995 / 1996, 1996 / 1997, 1997 / 1998, 1998 / 1999. Lo spettacolo ha avuto più riprese in 8 stagioni differenti
- Coreografo, Co-Autore, Danzatore (nel ruolo di Schiaccianoci): Fabrizio Manachini
- Musica Piotr Ilych Tchaikovsky.
- Personaggi Clara, Lo Schiaccianoci, I giocattoli di Clara, I Topi, La Fata, le Luci
- Produzione Teatro Litta, Milano
Trama
si tratta di una rielaborazione del testo originale di T.A. Hoffmann. Clara si trova nel delicato momento di passaggio dall’adolescenza all’età adulta. Per un inaspettato avvenimento si troverà catapultata nel mondo dei suoi giocattoli che conosce uno ad uno, ma che scoprirà essere vivi esattamente come lei. Ed esattamente come lei vivono in un mondo pieno di regole e conflitti al quale cercano di ribellarsi per affermare la propria personalità. In questo mondo le leggi ferree sono dettate dalla fata, che regna sui giocattoli. Una fata apparentemente dolce ed ospitale ma che è in realtà terribile perché ha vietato l’amore. Ed è su questo punto che si scontrerà Clara innamorandosi di Schiaccianoci: un amore impossibile tra un essere umano ed un giocattolo. Due mondi paralleli che non si incontreranno mai, ma sconfiggendo i terribili Topi mandati dalla Fata e con la forza del classico bacio del vero amore…
Approfondimenti
Testo estratto dal programma di sala dello spettacolo inerente alle note di coreografia:
…a volte ci si trova di fronte a delle coreografie che fanno intendere, senza ombra di dubbio, come l’autore abbia preso in considerazione la musica come fosse matematica. In una situazione di questo tipo, la coreografia diventa una somma di movimenti: tanti quanti sono le battute che compongono la musica. In questo caso se si prova a sostituire il brano musicale con un altro qualsiasi di tempo uguale, per esempio guardando la coreografia con un audio diverso, il risultato non cambia. Le coreografie create per “Lo Schiaccianoci”, nate su brani specifici di Tchaikovsky, risultano uniche (e non riadattabili ad altri pezzi musicali) perché utilizzano oltre al tempo anche il ritmo, gli accenti e tutti le altre componenti proprie della musica. Il prodotto finale è quindi una sintesi di movimenti, suoni, melodia, espressione corporee e tecnica della danza. La necessità di creare coreografie narrative, per questo spettacolo, si sviluppa nell’intento di dare ai personaggi che danzano la normalità del quotidiano, ma alla stesso tempo la magia di un mondo di fantasia.